FERRO E FUOCO
29 febbraio 2024

 

Non c’è progetto senza un racconto. E non c’è racconto senza verità. L’inganno inibisce la lettura del racconto, o ne riduce l’intensità. Il progetto, dunque, deve rivelare l’idea che lo struttura, senza mentire. 

Il ferro è il materiale che, per sua natura, più si rivela con sincerità e per questo il prescelto: tutto ciò che subisce nel tempo, nelle fasi della lavorazione, o a seguito dell’uso, si rivela in segni che sembrano cicatrici. E niente ne può cancellare le tracce, a meno di non mutare l’aspetto del ferro stesso. Il ferro è nero in superficie, ma ha un cuore lucente. Qualunque azione sulla sua superficie ne fa emergere il cuore d’argento, qualunque graffio, incisione, abrasione. 

È un materiale povero, eppure rivela un’enorme ricchezza di linguaggi: è nero e austero in origine, liscio e compatto, ma diventa rosso e materico se si ossida, oppure d’argento luminoso se si graffia. Dunque, i difetti e le imperfezioni della superficie rivelano l’anima del materiale, ne diventano il racconto che impreziosisce. 

Si vuole, dunque, slegare il ferro dal consueto ambito industriale, o strutturale, per nobilitarlo e dargli spazio a vista, in un ambito delicato come quello dell’arredo. Raggiungendo il limite estremo di portarlo a tavola. Il suo peso consistente, che induce ad un’apparente mancanza di praticità, lo rende protagonista, l’ipotetico difetto diventa una forza.

La contraddizione che si percepisce nel prendere in mano una tovaglietta e sentirne un peso inconsueto gli dà un nuovo significato, senza togliere funzionalità all’oggetto, anzi dandogli stabilità, solidità. Siamo circondati da una realtà congestionata, densamente edificata, vissuta, attraversata. Interveniamo quasi sempre su spazi di risulta, adiacenti ad altri spazi altrimenti utilizzati, pensati e realizzati in altri tempi.

Siamo dunque abituati ai contrasti, di cui il più immediato è quello tra il vecchio e il nuovo. Il nuovo del progetto che si inserisce nel vecchio di un contesto preesistente. Ma ugualmente i contrasti di colore, di luce, di matericità, di trasparenza, la sorpresa dell’inaspettato, dell’inconsueto, sono quanto di più contemporaneo esista, e ci attraggono, più di quanto non faccia l’armonia e la coerenza (quando c’è) di ciò che è noto. Da qui la scelta di accostare al progetto del ferro quello della sua antitesi: un materiale volubile, morbido, avvolgente, colorato, delicato. Il tessuto. 

Questo progetto è l’occasione per il racconto dell’incontro tra il solido e pieno del ferro e il morbido e voluttuoso delle stoffe ricamate. Gli oggetti in ferro, spigolosi e austeri, si affiancano al tessuto soffice e volubile.

 

Un lavoro artigianale _ il made in Italy e la cultura del fare

 
 

29 Febbraio 2024 _ L'evento

02 Marzo 2024 _ Corriere della Sera


FERRO
 

"UNO"

 

"SASSI"

"SEMISFERA"

"OTTAGONO"

"FERRO NUDO"

 
 
 

"SCALA IMPOSSIBILE"

 
 

FUOCO

 

PER SVEVA MORABITO

TESSUTO "SEGMENTO"

 

Foto di  © Serena Eller